gruppo di frascati

Silvia e visio


visio-silvia-Silv1maggio 

Silvia di sé a Frascati
 

La mia stanza:

Sono seduta nella mia stanza davanti alla scrivania per la prima volta.

Tocco con le mani l´ampiezza del piano e la consistenza mi appare liscia. Osservo anche gli oggetti che ci sono sopra: un computer con tastiera e display Braille, un telefono ed un registratore. Mi metto VISIO e comincio a guardare le cose che prima avevo percepito con le mani.

La scrivania ha lo spigolo a sinistra ben definito. Mi muovo e riesco a percepire poco per volta il bordo della scrivania. Do´ uno sguardo anche sopra al piano e la cosa che colpisce maggiormente la mia attenzione è il registratore.

Fin dalle prime osservazioni mi rendo conto di una netta distinzione in due parti della zona superiore dell´apparecchio; una è molto chiara e l´altra scura. Ho cognizione della differenza; che risalta sul tappetino. Mi sposto e osservo la tastiera e il display Braille che sono posizionati uno sopra all´altro. Noto la differenza dei due oggetti, uno è più intenso a causa del colore e la forma dei tasti, l´altro mi appare più uniforme. Sulla tastiera mi risulta ben chiara la forma dei tasti delle frecce. Nei giorni successivi sedimento maggiormente la scrivania e scopro che il piano è appoggiato su qualcosa. Questo qualcosa sono due cassettiere posizionate ai due lati sotto il piano. Ora ho ricostruito la scrivania. Prima le tocco e poi le guardo con VISIO. Ne noto la struttura esterna poi le apro ed incuriosita guardo anche all´interno dei cassetti. Trovo un oggetto strano di cui non ho memoria e l´unica informazione che mi entra proviene da VISIO: Percepisco un oggetto trasparente in quanto vi passa la luce in mezzo. Chiedo di cosa si tratta: è un salva schermo.

A questo punto la mia curiosità si sposta sul resto della stanza; mi alzo e comincio a toccare intorno a me e noto vari altri oggetti e pezzi di arredamento posizionati lì intorno. Ci sono altre due scrivanie oltre la mia, due armadi con un armadietto più basso al centro, due finestre e delle sedie. Torno verso la mia scrivania e voltandomi trovo una lavagna e mi accorgo subito con VISIO che vi sono sopra delle figure che poi, mi è stato spiegato essere scritte. Sposto la mia attenzione sugli armadi, li apro e ci curioso dentro prima con le mani e poi con VISIO. Con VISIO noto la differenza di luminosità rispetto al resto della stanza, osservo gli scaffali, come sono delineati e il loro contenuto.

Trovo dei CD che mi metto a guardare più attentamente riuscendo a scoprire le scritte che contengono. Faccio la stessa cosa con dei libri ma non ottengo però gli stessi risultati, in quanto dei libri non vedo le scritte ma solo la polvere che vi si è appoggiata.

Spostandomi verso gli armadietti bassi, urto contro delle cornici imballate e mi sorge subito la curiosità di capire se sono bianche o contengono dei disegni. Osservo con VISIO e vi trovo delle figure.

Adesso la stanza mi appare nella memoria completa e ricca di particolari, in quanto le informazioni entrate attraverso il tatto e VISIO me ne danno un´immagine fitta. Quando entro, fin dalla porta che ho osservato più volte e di cui possiedo un´immagine abbastanza delineata, mi compaiono nella mente le forme che ho sedimentato durante le varie osservazioni sia tattili che con VISIO e pur non guardandole con continuità riesco ad immaginarle lì dove sono e come le avevo notate durante le precedenti osservazioni. La stanza adesso è ricca di forme, luci, chiaro-scuri, di cui prima non avevo conoscenza.

Il corridoio

Ho finito di esplorare la mia stanza e decido di uscire per allargare le mie conoscenze di questo ambiente.

Uscendo dalla porta, di fronte a me trovo un corridoio ad elle; mi volto alla mia destra e comincio a percorrerne il lato corto. Arrivo fino in fondo dove trovo due rampe di scale e tenendole alle mie spalle comincio l´esplorazione.

Di fronte a me c´è uno spazio quadrato che poi si restringe per diventare il corridoio vero e proprio. Toccando principalmente e dando anche un´occhiata con VISIO, noto subito un ascensore alla mia destra e alcune porte sui due lati del corridoio. Come prima volta lo percorro tutto per avere un´idea generale dell´ambiente. Oltre agli oggetti sopraindicati una cosa che attira subito la mia attenzione è una fotocopiatrice posta sul lato sinistro del corridoio nella parte lunga di quest´ultimo. Noto poche altre cose e come prima impressione il corridoio mi sembra estremamente semplice e privo di oggetti interessanti da notare.

Nei giorni successivi indosso VISIO e la mia esplorazione si fa più particolareggiata. Mi rendo subito conto che non è affatto vero che questo corridoio è privo di oggetti interessanti, infatti mi si presentano sul tappetino una marea di cose che con una sommaria esplorazione non avevo notato. Innanzitutto trovo decine di quadri appesi alle pareti e con VISIO riesco anche a notarne alcune differenze di colori e forme, poi trovo molti altri oggetti che con le mani non avevo percepito.

Il corridoio è pieno di estintori con relativi cartelli di spiegazioni posizionati sopra; gli ascensori sono due uno nel lato corto vicino alle scale e uno sul lato lungo vicino ai bagni; vicino alla fotocopiatrice ci sono due bacheche una di fronte all´altra piene di fogli appesi e accanto ai bagni femminili ci sono degli armadi molto ingombranti che mi hanno raccontato contenere dei pannelli elettrici.

Il mio stupore è abbastanza visibile, ad un primo sguardo mai mi sarei aspettata che un normalissimo corridoio contenesse tante informazioni.

Ad ogni passaggio sedimento maggiori informazioni ed anche dall´ultima passeggiata mi sono entrate nuove notizie, come ad esempio l´alternarsi sfalsato delle porte degli uffici sulle pareti di destra e sinistra.

Camminare per questo corridoio nelle azioni che svolgo quotidianamente, quando arrivo, vado al bar o nella stanza di Riccardo, adesso, mi accendono delle emozioni e dei ricordi fittissimi di particolari che, a volte anche inconsciamente, mi accompagnano in ogni mio movimento.

silvia

visio-silvia-Silv2


visio-silvia-Silv122 giugno 

Il campanile

 

 

 

Il campanile.

Sono finalmente a casa mia, nel mio ambiente naturale, e posso indossare VISIO, qui dove vivo la mia quotidianità.

La curiosità è tanta di sapere come gli oggetti che solitamente mi capitano sotto le mani, si trasformino e completino col contributo di VISIO. La casa si riempie di particolari e noto che la mente fissa meglio alcune posizioni di oggeti, come quadri soprammobili ecc..

Mi spicca per esempio, una forma molto grande su una mensola della sala. Lorenzo mi spiega che è una coppa enorme che aveva vinto in una gara di pesca e che io no sapevo fosse stata riposta su quella mensola.

Lorenzo mi segue incuriosito e mi fa notare altri particolari che completano ulteriormente la nuova idea che ho di casa mia.

Gironzolando qua e là senza una meta predefinita, ad un certo punto mi avvicino alla finestra della cucina e a tutti e due si accende l´idea di scoprire cosa troverò io guardandoci attraverso.

Le mie amiche ipovedenti, che vedono le forme ma non riescono a distinguere i particolari, ogni volta che guardavano fuori da quella finestra, mi domandavano cosa fosse quella struttura così alta e così vicina che spiccava rispetto alle altre costruzioni; io avevo sempre sentito dire che molto vicino a casa mia si trovava un campanile, quindi spacciavo quella costruzione non bene identificata per tale.

visio-silvia-il-campanile

Adesso, con mio sommo stupore, anch´io guardando fuori dalla finestra noto una struttura molto più alta delle altre e che data la grandezza che risalta sul tappetino può anche trovarsi molto vicino.

Tocca a me questa volta fare la stessa domanda, e finalmente mi è chiaro che quello che vedevano tutte le mie amiche era proprio il campanile. Adesso inoltre so anche esattamente dove è situato e quanto è grande, così la prossima volta che mi verrà posta la stessa domanda, potrò, piena di sicurezza, avvicinarmi alla finestra ed indicarlo per essere sicura che stiamo parlando della stessa cosa.

Silvia


visio-silvia-Silv1settembre 

La prospettiva

 

 

 

La prospettiva

Chissà se finalmente, dopo tanti anni, questa parola che mi è sempre risultata ostica, in quanto non riuscivo a coglierne l´essenza, mi è diventata simpatica?

Direi proprio di sì; giorno dopo giorno ci faccio amicizia e ormai, nonostante lei tenti di giocarmi sempre brutti tiri, presentandosi complicata e con sempre nuovi modi per osservarla, non mi mette più paura e con piccoli sforzi quotidiani la sento sempre più mia.

Avevo cominciato un giorno guardando la lavagna da diverse distanze e rendendomi conto che ogni volta che mi allontanavo un po´, il rettangolo nero si rimpiccioliva sempre più, ed il bordo superiore, che per guardarlo da una distanza ravvicinata dovevo inclinare molto la testa all´indietro, con sommo fastidio per il mio collo, man mano che mi allontanavo si abbassava quasi magicamente, rendendomi più piacevole la sua visione.

“Niente magia”, mi hanno detto, fa tutto parte della prospettiva.

E della prospettiva fa anche parte il fatto che se mi posiziono di fianco alla lavagna, il rettangolo che poco prima avevo disegnato col gesso, si appiattisce, facendo avvicinare le due righe orizzontali, fino a quasi vedere una linea unica più spessa del normale.

È una cosa stranissima questa, che non ero mai riuscita a capire, nonostante tutte le spiegazioni che avevo ricevuto in merito e tutti gli sforzi che avevo fatto per riuscirci.

Questa volta invece, il meccanismo è stato opposto rispetto alle volte precedenti; sono stata io ad accorgermi del cambiamento della forma del rettangolo rispetto ai vari punti in cui mi posizionavo, ed è stato solo successivamente che ho chiesto spiegazioni a Riccardo.

In questo modo mi è risultato tutto più chiaro fin da subito e adesso quasi non mi capacito di come non sono riuscita a capirlo prima.

Silvia

visio-silvia-la-prospettiva-1visio-silvia-la-prospettiva-2


visio-silvia-Silv1settembre 

Shopping

 

 

 

Shopping

Non mi era mai capitato che mi fosse commissionato il compito, per lavoro, di divertirmi, e invece con Visio sono riuscita a fare anche questo.

La normalità sta diventando ormai lo standard del mio rapporto con Visio; in quasi ogni azione della mia vita quotidiana, questo oggetto ormai è riuscito ad entrare.

Ed oggi mi sono impossessata finalmente, tramite lui, di una parte di piacere tipica delle ragazze, che a me rimaneva però sempre un po´ estranea.

Il gusto che tutte le mie amiche avevano nel guardare le vetrine, non aveva mai solleticato la mia attenzione, in quanto non potevo entrare completamente a farne parte.

Curiosare nei grandi magazzini, non lasciandomi sfuggire nemmeno uno dei tanti scaffali pieni di merce di ogni genere, questo sì mi procurava grande piacere, ma le vetrine mi risultavano sempre abbastanza indifferenti.

Oggi mi sono soffermata con Visio davanti a parecchi negozi, riuscendo a percepire oggetti di diverse forme e qualità.

Inizialmente la foga di riuscire a capire il mondo che si trovava dietro a quei vetri, mi ha fatto vagare senza metodo da un oggetto all´altro, cercando di capire le sensazioni che questo mi provocava.

È proprio a causa di questo che le prime vetrine che ho osservato con Visio mi sono risultate più disordinate e con una massa di informazioni superiori alla mia capacità di quel momento di memorizzarle.

Poi l´azione via via è andata normalizzandosi, rendendomi più naturale il gesto di guardare ed allora sono riuscita a notare diversi particolari e a gustarmi la voglia e la curiosità di scoprire gli oggetti che trovavo esposti.

Con la consulenza di Consuelo alla fine sono riuscita anch´io a farmi un´idea di quello che per me d´interessante, poteva esserci in mostra dietro al vetro.

E così mi sono comparsi sul tappetino orecchini, foulard e fermagli che per forma e colore, risaltavano meglio sul tappetino rispetto alla miriade di altri oggetti che si trovavano lì accanto.

Silvia

visio-silvia-shopping-unovisio-silvia-shopping-due


visio-silvia-Silv1settembre 1975

Le chiese uno

 

 

 

Le chiese uno

E dopo i negozi, come ogni turista che si rispetti, sono andata in giro, con VISIO per chiese.

Come di consueto, con Pina e Riccardo, siamo partiti per Frascati ed in piazza ci siamo fermati ad osservare la cattedrale del paese.

Inizialmente è stato difficoltoso trovare il punto di miglior visione a causa del traffico sia di pedoni che di auto.

Poi, una volta riuscita ad inquadrare la chiesa, senza disturbi esterni, sono riuscita a rendermi conto della globalità dell´edificio.

Ho percepito l´ampiezza della facciata, e con una più accurata osservazione, sono riuscita a trovare i due campanili posti sui due lati della facciata stessa.

Essi mi apparivano come due colonne che si staccavano leggermente dalla parte centrale della struttura.

Da quella distanza non riuscivo a notare niente di più che una facciata semplice, priva di particolari, e due colonne ai lati che erano i campanili.

Decisi allora di cambiare prospettiva avvicinandomi molto alla gradinata.

Da quella posizione, i gradini davanti alla chiesa, che fino a poco prima risaltavano molto, mi sembravano meno forti sul tappetino. Era la facciata che invece aveva cambiato completamente fisionomia.

Finalmente, guardandola più da vicino, si era riempita di particolari che fino ad allora non avevo assolutamente notato. Sono riuscita quindi a trovare il portone centrale, ed una colonna, molto più alta di quest´ultimo, posta alla sua sinistra.

Soddisfatta di queste scoperte, ci siamo quindi diretti verso un´altra chiesa più piccolina, poco distante dalla cattedrale.

Semplicità è la cosa che maggiormente mi è sembrato di percepire di questa chiesa.

Dalla facciata, che mi è stato detto essere chiara, spiccavano solo due cose ben distinte: il portone e una finestra posta più in alto esattamente sopra quest´ultimo.

Nonostante la mia descrizione possa sembrare abbastanza scarna, come prima volta nei panni di “un´intenditrice d´arte”, mi sento soddisfatta.

Silvia

visio-silvia-le-chiese-1visio-silvia-le-chiese-giorno-dopo-2


visio-silvia-Silv1settembre 

Le chiese il giorno dopo

 

 

 

Le chiese il giorno dopo:

Sono tornata a vedere le facciate delle chiese il giorno dopo con delle informazioni in più.

Il pomeriggio precedente infatti, avevo scoperto l´utilizzo adeguato dei vari campi e zoom di VISIO, e così, anche davanti alla chiesa sono riuscita, con questi accorgimenti, ad avere un´idea più chiara della globalità della facciata.

Mi sono riposizionata così in mezzo alla piazza e riosservando la cattedrale mi è sembrato di vedere una cosa nuova.

Adesso, al contrario di ieri, riuscivo da sola a trovare il campanile di destra, e muovendo densità e zoom, ad averne una visione globale molto precisa.

Inquadravo rispettivamente il campanile, la facciata e le case circostanti, senza mai perderne i contorni.

Anche la facciata della chiesa aveva cambiato fisionomia.

Riccardo mi aveva raccontato che c´erano tre portoni, ed oggi, sono riuscita, con estrema facilità, a trovali tutti e tre ed a percepirli come tre buchi che si alternavano alla parete che anche oggi, da quella “prospettiva”, mi sembrava liscia.

Mi sono avvicinata poi alla chiesa e così ho potuto notare alcuni particolari, soprattutto dei muri, che mi faceva notare Riccardo, ma ormai, avendo scoperto la prospettiva, ero rimasta con la mente a ciò che avevo visto poco prima, e quello che osservavo ora, che fino al giorno prima mi suscitava interesse, sembrava ormai normale amministrazione, senza nessuno spunto particolarmente rilevabile.

Finita anche quest´esplorazione più dettagliata, ci siamo rispostati davanti alla seconda chiesa e quello che mi ha veramente colpito, non è stata la chiesetta, che si è mostrata nelle stesse vesti del giorno prima, ma il fatto che Riccardo mi ha fatto guardare il campanile della cattedrale da quella “prospettiva”, che, secondo lui, era veramente buona.

Era proprio così, infatti anch´io, già dalla prima occhiata, ho trovato, senza nessuna difficoltà, il campanile che si stagliava limpidamente all´orizzonte.

Mi sono veramente stupita che anche da quella distanza, che a me era parsa enorme, la vista, o meglio VISIO, riuscisse a cogliere così bene un oggetto.

Silvia

visio-silvia-le-chiese-giorno-dopo-1visio-silvia-le-chiese-giorno-dopo-2


visio-silvia-Silv121 ottobre 

I Musei Vaticani

 

 

 

Questa volta con VISIO siamo stati al museo.

Siamo partiti questa mattina chi dall´Enea e chi direttamente da casa e ci siamo trovati tutti davanti ai musei vaticani dove peraltro eravamo attesi.

La spedizione era composta da parecchie persone: la sottoscritta, Consuelo, Riccardo, Armando e Pina, Giorgio, Massimo, Giuseppe, Gianfranco e Giovanni e Giuliana.

Chi ci attendeva ci ha portato in una grande sala dove io e Giovanni abbiamo indossato i nostri VISIO e da dove siamo anche partiti con la prima esplorazione delle opere.

La sala era piena di statue, ci siamo divisi in due gruppi, e ci siamo messi ad osservare ogni gruppo una statua diversa.

Il primo oggetto che ho osservato, era una statua abbastanza alta a busto intero con un drappeggio ben definito.

Fin dai primi sguardi ho subito notato delle linee ben definite, orizzontali, che occupavano quasi tutta l´altezza del corpo.

Mi sono soffermata abbastanza su questo elemento, per farmi poi raccontare che le linee che sentivo erano la drappeggiatura del vestito della statua.

Ho dato poi un´occhiata più globale alla statua, prendendomi alcuni punti di riferimento; sono così riuscita ad individuare bene la testa ed il contorno dell´intero corpo.

La mia curiosità verso quegli oggetti era sospesa, come in una pausa d´attesa; non avrei saputo, dopo quella prima vera conoscenza con delle opere d´arte, dare un giudizio di nessun genere, dovevo gustarmi dentro di me le prime sensazioni, non esprimerle subito, affinché crescessero nel modo giusto.

Mi sono così avvicinata ad un´altra statua. Questa volta il drappeggio del vestito non era così ben delineato e quindi non mi ha dato le medesime sensazioni chiare. La testa invece era sempre uno dei miei punti preferiti. Nonostante lo sfondo abbastanza frastagliato, trovavo sempre con facilità l´estremità superiore.

Questa statua decidemmo anche di vederla da un´altra prospettiva e quindi mi spostai da un lato per cogliere le differenze di contorno.

Il corpo, visto di profilo, era molto più delineato, nonostante si notassero meno i particolari; anche la testa vista da quel punto, aveva una forma più arrotondata.

Cominciavo a sentire un po´ di soddisfazione con quelle osservazioni, ma il meglio doveva ancora arrivare.

Marzio era lì che mi aspettava ed io mi ci sono diretta senza immaginare che quella sarebbe stata la statua che mi avrebbe dato le maggiori emozioni per l´intensità e la quantità di particolari che riusciva ad esprimermi.

Forse per un attento visitatore esperto, Marzio non risaltava come un´opera particolarmente preziosa, ma ai miei occhi, anzi a quelli di VISIO, la statua si mostrava come penso si possa mostrare un quadro pregiato a chi è in grado di cogliere e apprezzare le sue qualità.

Per me invece questa è una sensazione completamente nuova; i musei finora erano stati un luogo noioso da evitare il più possibile e anche quelle rare volte che, quasi obbligata, ci passavo una minima parte della giornata, all´uscita non c´era mai nulla che mi rimanesse particolarmente impresso o per il quale rimanessi, anche solo per un momento, affascinata.

La giornata ai musei vaticani, invece, è quasi volata, ma la cosa che mi ha sorpreso maggiormente, è che, ripensandoci adesso, a gita finita, tutto quello che ho visto è rimasto impressionato nella mia mente con una precisione che quasi mi sconvolge. Ricordo la forma precisa e l´ubicazione di ogni statua, tanto da saperle quasi ritrovare da sola.

Ma torniamo alla descrizione di Marzio: sono partita, come ormai avevo preso l´abitudine di fare, con la ricerca della testa. Al contrario delle prime due statue questa ricerca è stata più faticosa. Vedevo un oggetto ben distinto che poteva somigliarvi, ma era parallelo ad un´altra cosa, che poteva essere la spalla della statua stessa. Dopo un po´ di esitazioni mi sono decisa a chiedere e ho scoperto che le mie ipotesi erano corrette. La testa era reclinata da un lato ed era quello il motivo per cui io la vedevo parallela al corpo. Soddisfatta della scoperta, mi sono messa ad esplorare il resto del corpo, che è subito risaltato sul tappetino come una cosa molto delicata e liscia. La causa di ciò fu subito svelata; Marzio è completamente nudo. Questo suo stato mi ha permesso di notare meglio che negli oggetti precedenti la forma del busto. Infatti sono riuscita a scorgere la posizione delle due gambe, e l´attacco di queste al resto del corpo. Anche Marzio lo ho guardato da un altro punto di vista, ma le sensazioni più grosse me le aveva già offerte nella sua parte frontale.

A fatica mi sono staccata da questa statua per proseguire il mio giro.

visio-silvia-musei1

Dopo avere dato un´occhiata veloce ad un dormiente, ci siamo spostati all´aperto. Io e Giovanni, insieme, abbiamo osservato un´enorme Ercole, con tanto di clava, posto in un angolo di un cortile del museo.

La luce sfavorevole, e la complessità della statua, hanno probabilmente contribuito a far sì che nessun elemento mi stupisse in modo particolare.

Ci siamo quindi spostati in un altro cortile, ottagonale, dove le statue erano racchiuse in nicchie che ne circondavano i contorni.

Qui di nuovo ci siamo divisi in due gruppi e la mia osservazione è caduta su una venere. La luce e la posizione erano decisamente migliori rispetto all´Ercole e infatti, subito mi è risaltato sul tappetino il contorno della nicchia che non ho fatto nessuna fatica a seguire. Al suo interno poi, ho ritrovato i contorni della statua, la testa, la spalla ed un braccio. Ho osservato la statua da varie distanze per coglierne prima la globalità e poi i particolari.

Ci siamo quindi spostati a quella accanto, anch´essa in una nicchia, e anche qui ho riscontrato gli stessi elementi. Prima i contorni della nicchia, poi quelli della statua. Anche qui prima la testa, poi la spalla, il braccio steso verso l´esterno e poi: “Cos´è quell´oggetto che tiene in mano?”

“Una testa insanguinata!”

La cosa non è stata di mio gradimento, disgustata mi sono rivolta altrove.

visio-silvia-musei2

Al centro del cortile c´era un enorme mappamondo che tutti si fermarono ad osservare. Riaccesi VISIO e mi feci indicare la direzione, per vedere se riuscivo a percepire qualcosa anch´io. Era molto più distante rispetto alle cose che avevamo osservato fino a quel momento, ma ciò, scoprii dopo, si rivelò la cosa migliore, in quanto, da quella distanza, mi rendevo conto meglio della forma sferica della scultura perché rientrava tutta nel tappetino.

Tornammo all´interno e ci dirigemmo verso una sala piena di sarcofagi, ma quello che interessava a noi erano ovviamente delle statue. Osservammo, io e Giovanni, due pastori; ma né io né lui, ottenemmo informazioni rilevanti.

Come ultima cosa ci fu permesso di guardare e toccare il calco in gesso della Pietà.

Riccardo e Armando mi hanno presa e alzata fino a toccare il viso della Madonna e credo di aver provato una bella emozione essendomi detta che mai e poi mai avrei potuto avere un´altra occasione simile.

Ero già stanca quando ho visto i quadri e devo dire che oltre le cornici ho percepito dei movimenti interni ma forse a causa della stanchezza non sono riuscita a scindere.

Silvia

Copyright © 2015 Controluce - link a Notizie in... Controluce - link al sito dell'ENEA
Graphic Design: Armando Guidoni