(di Armando Guidoni) – Nel secolo scorso, a causa dello sviluppo della tecnologia e del conseguente orientamento tecnologico della ricerca scientifica contemporanea, si è sempre più concretizzata una nuova rappresentazione realistica del nostro immediato futuro. Oggi, si presenta prepotentemente sulla scena il sogno bionico di diventare tutt’uno con la macchina. Oggi, si consolida la consapevolezza che il nostro corpo potrà essere riprodotto sinteticamente in un prossimo futuro. Anche se alcune linee di pensiero odierne seguitano ad affermare che le macchine, costruite con parti non biologiche, sono incapaci di pensiero creativo, si può affermare che la loro evoluzione le destinerà ad attività generali di tipo cognitivo, simili a quelle che molti associano solamente alla creatività del pensiero umano (perché per loro questa “idea” è assolutamente inconcepita). È bene sottolineare le parole “di tipo cognitivo” perché non si confonda l’idea di replicare il pensiero umano con quella di copiare alcune funzionalità cognitive dei sistemi biologici. Da tutto ciò, vediamo svilupparsi una fase di “controtendenza” dalla quale emerge sufficiente materiale immaginario per poter ricostruire una rispiritualizzazione dell’uomo: «Scoprire che la mia mente è una macchina / mi permetterà di volare liberamente del mio spirito» (antonio, 1997).
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