gruppo di frascati

Giovanni e visio


visio-giovanni22 settembre 

Frascati, al banco della frutta

 

 

Frascati, al banco della frutta

Ho raggiunto il banco della frutta e, a breve distanza, ho osservato sommariamente il contenuto delle cassette presenti.

Il panorama si presentava denso di oggetti che avevano forma e dimensione diverse; questo si traduceva con una sensazione di zone a forte densità d´impulsi, a fronte di zone con punti diradati.

Ho cominciato a fare piccoli movimenti del capo e ho osservato che le pesche noci risultavano più evidenti delle pesche normali per diversità di colore. Ho percepito le pesche in maniera allineata (una vicina all´altra). La sensazione che le pesche fossero allineate é venuta dal fatto che vi era un´alternarsi di zone di punti e zone di vuoto in successione e, facendo una panoramica, ne ho ricostruito la posizione. L´idea che ho avuto della pesca noce era che fosse di colore giallo e lucente e riverberasse di più, mentre l´altra era più rossiccia e più opaca. Riflettendo…., la sensazione del vellutato della pesca normale e il liscio della pesca noce, lo avverto adesso più di prima, vivo sulle mie mani .

Abbassando lo sguardo ho scorto l´uva: l´ho immaginata, e attraverso le differenze di densità che ho avvertito sul tappetino, come piccoli agglomerati di punti, ho pensato alla diversità di colore.

Dentro la cassetta, della quale ho scorto il margine inferiore, l´uva era disposta a grappoli allineati e ho immaginato che le zone di vuoto potessero corrispondere allo spazio che c´era tra un chicco e l´altro. A questo punto ho ricostruito nella mia mente il grappolo d´uva come un raspo su cui erano fissati i chicchi.

Mi ha colpito un ananas per la differenza che ho scorto tra il frutto stesso e il ciuffo che gli appartiene; l´ho immaginato con la sensazione di percepire con le mani le punture che le escrescenze della buccia provocano.

Poi ho osservato dei meloni. La definizione é stata più difficoltosa perché nonostante fossero di volume grande erano incartati. Lì percepivo, infatti, in maniera irregolare e quando li ho toccati ne ho scoperto il motivo.

Ho immaginato il melone che ho toccato. Era posto all´estremo di sinistra della cassetta, coperto da una carta che era più chiara. Queste sensazioni hanno comunque richiamato alla mia memoria le forme e i colori di arancione sbiadito con le irregolarità della buccia e le linee verticali che dividono le fette, e l´ho immaginato in posizione verticale con uno dei poli appoggiati.

Dopo i meloni mi sono spostato verso i frutti di bosco ed esotici come mirtilli, lamponi, more e ribes. Mi ricordo la sensazione di percepire dei piccoli oggetti di difficile definizione dei quali ho infatti un´immagine nebulosa. Quando mi dicevano di quali frutti si trattasse riuscivo a richiamare i vecchi ricordi che avevo di essi ricostruendo l´immagine a distanza attraverso l´addensamento di punti: le more le ho immaginate con tutti pallini adiacenti uno all´altro di colore violaceo.

Successivamente ho osservato le fragole e le ho immaginate rosse, punticchiate, con il gambino sopra contornato dalla fogliolina e contenute in una vaschetta di colore bianco (chiara).

Dopo le fragole ho visto i fichi d´india ben definiti perché avevano una forma ovoidale e contrastavano uno dall´altro per colore (verdi e rossi).

La forma l´ho percepita dal tappetino e poi li ho immaginanti: quelli verdi puntecchiati con piccole zone più scure e con le spine (sensazione che ho percepito sulle mani immediatamente), mentre quelli rossi come una ellisse rossa senza altri particolari.

Oltre i fichi d´india, spostandomi a destra, ho effettuato una panoramica veloce su vari frutti esotici: mango, papaia, avocado, e li ho immaginati di colore giallognolo le cui forme assomigliavano ad una pera non troppo sfinata sopra.

Da qui sono passato alla zona delle verdure e subito mi si é evidenziata la figura dei pomodori pachino che ho immaginato di piccole dimensioni e rossi di colore. Con visio ho percepito l´intensità che era in contrasto con quella dei pomodori sammarzano, che erano più in basso a sinistra e che, infatti, erano di volume maggiore e di densità inferiore.

I sammarzano erano vicini a dei fagioli regina che si sono presentati in maniera puntiforme (fortemente irregolare) e, al disotto dei fagioli, ho scorto un mazzetto di fiori di zucca che ho percepito come un vasto agglomerato di punti e che ho immaginato a foglie stropicciate verdi.

Più in alto ho scorto le melanzane e alcuni peperoni (che differivano perché percepivo di più le melanzane mentre i peperoni avevano meno contrasto di luce), le melanzane le ho immaginate più gialline e i peperoni più rossi. Le forme delle melanzane erano più omogenee mentre quelle dei peperoni avevano presentato più spigolature.

Dopo i peperoni ho avvertito delle linee orizzontali che mi è stato detto fossero delle zucchine.

Mi é stato suggerito di spostarmi più verso sinistra dove in maniera confusa (un insieme di punti disparati) si é evidenziata la presenza di quella che mi é stato detto fosse verdura. Ho avuto l´idea di una cassetta piena di verdura mista con foglie larghe e strette.

Spostandomi in un banco di fiori ho immaginato questo banco diviso in due parti a sinistra piante verdi, che non sono riuscito a definire, la sensazione era di un insieme di punti diradati; sulla destra, invece, fiori con dei connotati cromatici più marcati. Lì ho scorto dei fiori a gambo lungo, gambo che all´estremità superiore aveva un bocciolo (perché avvertivo una sensazione più densa di punti) e mi é stato detto che erano dei gladioli.

Ho anche evidenziato il palo che sosteneva l´ombrellone con accanto un vaso di fiori e lo spazio esistente tra il vaso e il palo.

La coscienza dell´adulto frena quelli che sono i meccanismi automatici.

I due mondi della percezione tattile, della mano e quella di visio, non sono ancora collegati. La sensazione però di scorgere un oggetto, anche se non definito e poi raggiungerlo con la mano e avere la conferma che c´é mi dava una sensazione di piacere. Percepire un ostacolo ancor prima di sbatterci.

Mi capita di avvertire la sensazione di area occupata, ma é generica. Con visio riesco a percepire dei piccoli oggetti, come un melone per esempio, e riscopro le sensazioni che avevo quando vedevo.

Giovanni

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visio-giovanni23 settembre 

Seconda passeggiata al banco di frutta a Frascati

 

 

Seconda passeggiata al banco di frutta a Frascati

Rileggendo la descrizione della passeggiata di ieri, ne esce fuori un quadro dettagliato e colorito, frutto della mia immaginazione.

Le indicazioni, venute dalle persone accanto a me, trovavano un riscontro con le percezioni che venivano dal tappetino e quindi collegavo quei segnali a quello che mi veniva descritto. Poi, scrivendo la relazione, si sono aggiunti ulteriori elementi che, richiamando ricordi precedenti, hanno contribuito all´arricchimento dello scenario: come la sensazione tattile della mano verso i frutti, la definizione dei colori, la tridimensionalità degli oggetti e l´ubicazione di questi nello spazio.

Tutto ciò ha creato un immagine virtuale densa di particolari, e oggi attendevo dal tappetino delle conferme. Questo ha innescato la ricerca di quei particolari immaginari che ha dato luogo ad un gioco di indovinelli.

Mi aspettavo, per esempio, di rilevare l´uva disposta a grappoli paralleli bianchi e neri; pesche ordinate, cioè quelle normali e successivamente quelle noci; con pomodori pachino e pomodori sanmarzano disposti ordinatamente nelle cassette, oppure file di fichi d´india. Mi aspettavo, quindi, che il tappetino diventasse una fotografia.

A fronte di uno sforzo di concentrazione intenso, direzionato più all´aspettativa che alla ricerca di nuove informazioni, la risposta non era stata all´altezza dell´attesa.

Dopo la riunione che ha succeduto l´uscita, é emerso invece stata che, con discreta approssimazione, sono riuscito a individuare e a collocare nello spazio reale questi oggetti, notando delle differenze di grandezza, di dimensione, forma e luminosità.

Quindi da una sensazione di modesta negatività, dopo una più accurata riflessione, ho messo a fuoco la positività del risultato prodotto oggi.

Poter riconoscere la posizione dell´uva differente da quella dell´ananas, senza l´ausilio di nessun altro elemento se non visio, é la considerazione che a posteriori mi porta ad apprezzare il lavoro di questa mattina.

Giovanni


visio-giovanni21 ottobre 

Ai Musei Vaticani

 

 

Premessa:

Nella sala, dove all´inizio della visita ci siamo soffermati, ho avuto una forte emozione derivante dall´imponenza del luogo ed anche dall´interesse che i responsabili dei Musei hanno manifestato per il particolare studio che ci apprestavamo a svolgere.

Non conoscevo i Musei Vaticani, ovvero non ero mai stato all´interno di essi, e, quindi, soltanto sommariamente edotto su alcune opere patrimonio del Museo stesso.

Tecnicamente è emerso che quando l´oggetto aveva il contrasto con lo sfondo è stato possibile visionarlo, quando invece il contrasto era meno marcato è stata percepita nella difficoltà se non nella impossibilità ad evidenziare l´oggetto stesso.

Altro aspetto tecnico è stato quello di riuscire a dare alle statue una dimensione, prevalentemente in altezza, ed una posizione nello spazio.

Monumenti:

In una stanza raffigurante un personaggio dell´antica Grecia ho rilevato distintamente che questa aveva l´arto inferiore sinistro leggermente flesso al ginocchio, a fronte dell´altro esteso. Successivamente ho percepito la testa ed il basamento riuscendo così a dare dimensione alla statua.

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Alla statua di Perseo la mia percezione immediata è stata nel visionare l´altezza e nel notare che aveva le braccia aperte, quindi distanti dal tronco.

La Venus Felix, da me percepita con immediatezza perché lo sfondo scuro contrastava con il colore chiaro della statua, si presentava con un basamento molto alto sul quale sono riuscito a distinguere la presenza di quattro linee (gambe) delle quali due mi apparivano più sfumate.

Pietà di Michelangelo. Conoscendo quella statua sono andato ad esaminarla con Visio, ma non ho trovato rispondenza con il mio ricordo: questo era esattamente allo specchio rispetto a come è.

S. Ippolito. Osservando la statua da due angolazioni ho ricostruito la posizione delle gambe: seduto.

Statua del Buon Pastore. Ho evidenziato soltanto una parte di questa (la testa dell´agnello sulla spalla) e ciò perché il resto della statua non aveva un contrasto di luce favorevole.

CONCLUSIONI

È stato positivo il riscontro favorevole alle mie percezioni.

Altro aspetto è la difficoltà di recuperare un´immagine dopo averla lasciata.

Giovanni


visio-giovanni5 e 7 novembre

In casa le prime volte

 

 

In casa le prime volte

Venerdì scorso per la prima volta ho indossato visio in casa. Erano circa le 17,00. Ho acceso l´apparecchio e dopo i tre bip non ho ricevuto alcuna percezione. Mi sono interrogato velocemente su cosa poteva essere successo. Dopo qualche ipotesi ho capito: “la luce era spenta”. Non avevo mai utilizzato visio in un orario così tardo. Ho quindi acceso la luce e ho iniziato l´osservazione dell´ambiente.

La risposta che ho ricevuto non è stata uguale a ciò che mi attendevo. Gli ambienti che ho esplorato erano perfettamente conosciuti e quindi mi aspettavo di definire volumi ed oggetti con facilità e disinvoltura. Mi attendevo che visio aggiungesse alla mia immaginazione gli oggetti ben definiti e anche con sfumature di colore. Questa riflessione l´ho maturata dopo circa 30 minuti di osservazione dell´ambiente.

Domenica:

Mi sposto all´esterno della casa su di un balcone che affaccia su di una strada molto rumorosa perché transitata da numerosi autoveicoli. Rivolgo lo sguardo verso il basso, essendo la mia abitazione ubicata al 5° piano, allo scopo di dare una immagine ai rumori che ho sempre sentito. In questo caso ricevo sul tappetino delle risposte sfuggenti ma concrete, ovvero: la sensazione è quella di sentire delle vibrazioni in movimento. Essendo solo in questa operazione ho il dubbio che le percezioni fornite da visio possano essere o le automobili in transito sotto il mio balcone oppure la chioma di alcuni alberi che so essere sul marciapiede sottostante. Cambio punto di osservazione e alzo lo sguardo rivolgendolo davanti a me. Riesco a scorgere nitidamente la fine del palazzo davanti al mio. Questo mi appare leggermente più in basso rispetto a mio balcone. Mi sposto ora verso la mia sinistra e scorgo il lato del palazzo confinante a sinistra che mi appare più alto.

Concludo questa mia relazione fissando due aspetti:

All´interno della mia casa cioè in un ambiente che ho potuto conoscere attraverso tutte le vie sensoriali, l´aggiunta delle percezioni fornitemi da visio non l´ho sentita determinante (c´è da dire che il tempo che ho utilizzato visio è stato piuttosto breve).

Invece fondamentale è stato l´apporto di visio all´esterno, aggiungendo degli elementi sensoriali che mi hanno aiutato moltissimo nel dimensionare l´ambiente esterno.

Giovanni


visio-giovanni18 novembre 

A mensa ed al bar

 

 

A mensa ed al bar

È accaduto tutto in un tempo molto breve.

Ho indossato visio ed ho percorso il corridoio che mi conduce all´uscita ed ho raggiunto la mensa. Nel corridoio ho visto velocemente alcuni riferimenti come qualche porta e la macchina fotocopiatrice e sono arrivato velocemente alla porta d´uscita. Sono arrivato alla mensa.

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Davanti al banco di distribuzione con grande sorpresa e piacere ho individuato uno dopo l´altro, a un ritmo sostenuto, gli oggetti che Riccardo mi menzionava. Vassoio, pane e piatti, prima, frutta, bicchieri e posate, poi. La mia titubanza ed incertezza veniva fugata azione dopo azione nel trovare gli oggetti con la mano dopo averli focalizzati con visio. Il vassoio mi è apparso blando, il pane invece piuttosto contrastato, evidente.

Il piatto con la carbonara e quello con il secondo mi sono apparsi con punti diradati ma circostanziati. Ben evidenti mi sono apparse le carote, con un addensamento di punti molto ben definito trovandole ammassate come una collinetta. Ben distinti anche i mandarini.

Un po´ meno ma sempre individuabili i bicchieri e le posate.

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Al tavolo:

l´immagine che mi si presenta con il piatto con i rigatoni meno evidente quello della carne sulla destra più marcato e quello delle carote ben visibile. Dopo aver avuto questo sguardo d´insieme inizio a mangiare e noto come ci siano variazioni nell´immagine man mano che il piatto si svuota e questo si verifica per tutti e tre i piatti. La carne pur individuandola non riesco a definire i confini ed incontro perciò delle difficoltà nel tagliarla. Nel cercare l´acqua sul tavolo scandaglio lo spazio antistante il mio vassoio da destra a sinistra e mi imbatto in un´immagine non nitidissima però vicina a quello che mi immaginavo fosse. Vado ad afferrarla e ho la conferma che era la bottiglia. Riccardo mi aveva detto che dovevo guardarmi davanti per trovare l´acqua.

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Nel bar

Mi avvicino al bancone dopo aver ordinato il caffè e avvertendo l´altezza del balcone oriento lo sguardo sul piano d´appoggio e scorgo il piattino, lo indico e lo tocco. Riccardo mi informa che la zuccheriera è posta sulla mia destra, mi giro , la individuo, la tocco e afferro il cucchiaino che vi è posto all´interno. Vado per versare lo zucchero tenendo con visio il riferimento sulla tazzina ma non riesco a centrare con il cucchiaino la tazzina. Cosicchè una parte di zucchero va fuori.

Ripeto l´operazione una seconda volta con miglior successo scorgendo nel quadro anche se in maniera sfumata il cucchiaino e riesco a centrare la tazzina.

Giovanni


visio-giovanni9 dicembre

Dopo il pranzo

 

 

Dopo il pranzo

Dopo il pranzo ho indossato Visio. Una volta acceso, valutato l´ambiente che mi circondava, l´androne vicino al laboratorio Visio, ho rilevato gli oggetti conosciuti in modo tale da riuscire a dimensionare l´ambiente. Ciò è avvenuto con gli stessi soliti buoni risultati anche se l´uso di Visio questa volta mi ha comportato un po´ di fatica in più a causa della mia stanchezza. A questo punto si è deciso di conoscere ambienti nuovi.

Scesi al piano sottostante ho dato un´occhiata generale all´ambiente e poi mi sono soffermato sui particolari. Ho inquadrato la porta d´uscita che rimane sulla sinistra; e sulla sinistra di questa un´altra porta di dimensioni più piccole dove ho scorto anche la maniglia. Le sensazioni erano da me già conosciute per l´esperienza già effettuata con Visio e in particolare mi sembrava di sentire o di “vedere” ogni singolo montante nella sua effettiva larghezza, sensazione sulla quale ho disegnato l´intera porta.

Spostandomi sulla destra delle porta prima citata, ho visto la parete occupata da qualcosa e non sono riuscito a ricostruire di cosa si trattasse in particolare e avvicinandomi per toccarla ho associato le sensazioni provenienti da Visio a quelle tattili e ho capito che si trattava di una bacheca della quale avevo soltanto definito i confini.

Continuando il cammino su quella parete, ho scorto in basso la linea orizzontale che era rappresentata dallo zoccoletto; invitato da Riccardo a guardare con più attenzione ho scorto anche un oggetto che dal basso saliva verso l´alto e toccandolo ho capito che era un estintore.

Poi ho visto altri oggetti presenti sul muro come la cassetta della posta e l´orologio per i timbri, scorgendoli come masse ma senza capirne effettivamente cosa erano, diversamente da come mi si sono presentati l´ascensore, la porta d´uscita dopo le cassette della posta.

Successivamente dopo aver attraversato una saracinesca siamo entrati nei laboratori interrati.

Il primo ambiente l´ho avvertito molto ampio con una serie di impulsi non meglio definiti poi descrittimi come tubi d´aerazione e porta cavi elettrici. Inoltratomi in questa grande sala ho cercato e trovato la porta che dava accesso alla stanza adiacente e ho trovato i montanti. Oltrepassata la porta mi è stato detto che nell´ambiente c´era la porta dell´ascensore e mi è stato chiesto di cercarla. Dopo una veloce panoramica sulla destra ho visto un montante avvicinatomi a toccarlo ho capito trattavasi di porta d´ascensore. Ho cercato di trovare il bottone per chiamarlo ma ho visto bene solo l´interruttore della luce che era accanto alla porta dell´ascensore.

Risaliti al piano zero è stato un gioco da ragazzi trovare la stanza di Riccardo.

Giovanni

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