gruppo di frascati

Emanuela e visio


visio-emanuela9 novembre

Dietro la vetrina

 

 

Dietro la vetrina “cappello e cravatta”

Camminando per le strade, da dieci anni in qua, le vetrine hanno rappresentato per me una specie di barriera architettonica: qualcosa di imperscrutabile, fredda, inutile. Con Visio tutto ciò è improvvisamente cambiato; dietro quella fredda parete vetrigna ora appare qualcosa. Una sagoma bassa e goffa, cicciotta, si distingue dal fondo, ora mi appartiene, anch´io so che c´è senza che nessuno me lo dica, anzi sono io a chiedere cos´è. Consuelo mi risponde che è un pupazzo Ioghi; chiedo ulteriori chiarimenti, ad esempio se è di peluche, poiché sento una forte pulsazione. Consuelo mi dice che è di plastica e quindi deduco che quell´intensa pulsazione è provocata dal forte contrasto tra il colore del pupazzo ed il fondo della vetrina. È sensazionale, sembra quasi che i sensori tattili della mia pancia si siano trasformati in una mano di un fantasma che riesce ad attraversare il vetro e a toccare Ioghi. Ma nella vetrina ci sono altri oggetti che mi impediscono di ammirare bene il mio Ioghi. Entriamo. Ora lo osservo da vicino con Visio e lo tocco con le mie mani. È cicciotto come l´avevo percepito, ma Visio ancora una volta non finisce di meravigliarmi: osservando attentamente mi accorgo che le pulsazioni che sento, quando inquadro il cappello e la cravatta di Ioghi, sono le stesse. Domando a Consuelo se la cravatta ed il cappello di Ioghi sono dello stesso colore; Consuelo mi dice che sono tutti e due verde pistacchio. Questa volta Visio ha superato anche il tatto, poiché anche toccando approfonditamente il pupazzo non avrei mai saputo che cravatta e cappello avessero la stessa tinta di colore. Ho provato una grande emozione, non so dire bene quale, forse sorpresa mista a stupore e soddisfazione. Ormai sentivo che quello Ioghi mi apparteneva, non era inesistente perché chiuso dietro la barriera fredda di una vetrina. È stato indispensabile acquistarlo. Con visio ho riscoperto il fascino dello shopping, non solo perché si compra qualcosa che già si sa di comprare, ma qualcosa che senza Visio può essere inesistente, perché nascosta dietro una barriera architettonica!

Emanuela


visio-emanuela11 novembre

mollette e lustrines

 

 

Andiamo a comperare le mollette e lustrines

Questa volta ci siamo recati nello stesso negozio, dove ho acquistato Ioghi, ma con un obiettivo ben preciso: comperare delle mollette per i capelli. La commessa me ne mostra una fila, io inquadro il bancone, le capto e le afferro.

visio-emanuela-mollette

Le mie mani mi dicono che quelle mollette sono tutte attaccate ad un cartoncino rigido ed hanno tutte la stessa misura. Visio mi dice, attraverso le sue pulsazioni, la stessa cosa ma..

Lì davanti e più precisamente fra le mie mani vi é una fila di pulsazioni verticali riconducibili alla forma di tante mollette, però le pulsazioni sono diverse di molletta in molletta. Di nuovo i colori!

Ma non è tutto, poiché la commessa mi ha mostrato delle mollette con dei brillantini, delle strass. Sento una serie di pulsazioni ad intermittenza che appaiono e scompaiono a seconda del movimento della molletta rispetto alla telecamera e della luce: una forte emozione nasce in me, poiché riesco a ricondurre quella sensazione tattile ad un´immagine della mia memoria, il brilluccichio. Tocco bene con le mani quei brillantini, che per il mio tatto sono solo minuscoli puntini, ma che attraverso Visio sono divenuti qualcosa di più: una sensazione di tatto a distanza tanto simile ad un´immagine visiva, così simile da risvegliare in me un ricordo di visione.

Emanuela


visio-emanuela12 15 16 17 novembre

Andiamo a prendere il caffè

 

 

Andiamo a prendere il caffè.

Banco del bar, macchia o piattino?

Tazzina individuata

Missione compiuta.

Venerdì 12 novembre è stato il primo giorno in cui mi sono recata, in compagnia di Vania, una simpatica ragazza, e di Visio, un amico molto utile, a prendere il caffè al bar dell´Enea. Come primo giorno devo ammettere di aver avuto un po´ di titubanza.

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In proposito ho confuso, non essendo a conoscenza che il piano del banco fosse di marmo, una macchia di quest´ultimo per il piattino della tazzina. Inoltre ho avuto qualche difficoltà ad individuare il manico della tazzina stessa. Già dalla seconda volta, cioè lunedì 15, tutto è stato più facile, naturale, quasi automatico. Ho individuato subito il piattino e martedì 16 ho notato che sembrava bagnato, poi Mimmo il barista mi ha spiegato che la lavastoviglie non prende bene il brillantante. Di giorno in giorno individuo sempre meglio la tazzina ed il manico, riappoggio la tazzina in modo preciso sul piattino, dopo aver bevuto il caffè, piano piano sto prendendo famigliarità con il locale del bar.

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Il primo giorno ho osservato una simpatica mucca di peluche, contenente dei cioccolatini, mi è piaciuta tanto e l´ho acquistata. Oggi mercoledì 17 mi sono messa a curiosare sul bancone per vedere se riuscissi a ritrovare un grosso cesto di merendine che avevo scoperto venerdì. Non c´era, ma ho trovato comunque qualcosa che non mi pareva nuovo: i raccoglitori delle Saila Menta, e ho scoperto dei graziosi cioccolatini a forma di fungo. Insomma con Visio è ogni volta meglio, ma non si smette mai di scoprire qualcosa di nuovo.

Emanuela


visio-emanuela15 16 novembre

A mensa con Visio

 

 

A mensa con Visio

Hamburger, carote, insalata e mela

Pesce alla piastra, fagiolini e mandarino

Posso assicurare che alla mensa dell´Enea si mangia veramente bene, complimenti al cuoco! Ma complimenti anche a Visio che mi è stato veramente utile, a tavola, per rispettare le regole del galateo, almeno per quanto ho potuto.

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La prima esperienza, tagliare l´hamburger, è stata eccellente: il “cerchio di carne” si distingueva benissimo dal resto del piatto, grazie alle pulsazioni di Visio. Per la prima volta sono riuscita a tagliare l´hamburger senza l´aiuto del pane, solo con forchetta e coltello, seguendo le pulsazioni, captando la posizione dei pezzi di carne nel piatto, e infilzando, vincente, questi ultimi. Con il pesce è stato più complicato; innanzitutto perché era pieno di spine, ma anche perché il suo colore chiaro non lo rendeva molto distinguibile, comunque ci sono riuscita lo stesso. Il momento più bello viene con il contorno; in entrambe le esperienze è stata esaltante l´osservazione delle verdure, sia per la loro forma il loro taglio, sia per i loro colori. L´arancione delle carote risaltava sul verde dell´insalata in tante striscioline fine e lunghe, che dapprima non ho saputo riconoscere se in carote o bordi di foglie d´insalata.

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I fagiolini appaiono, invece, come un piatto di spaghetti molto ingrandito. In tutte e due le esperienze c´è stata l´occasione di lanciare una sfida all´ “ultimo boccone”, ossia, visto che le verdure si individuavano così bene ho cercato di non lasciare proprio più niente nel piatto. Con i fagiolini ho vinto, con l´insalata un po´ meno. Con la frutta mi sono sbizzarrita a guardarla prima intera, poi sezionata man mano che la tagliavo o sbucciavo. Sia la mela che il mandarino appaiono, da interi, in un pulsare tondeggiante.

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La mela tagliata a metà, sembra un cerchio irregolare con una riga divisoria al centro e due piccoli fori ai lati d´essa. La differenza della sensazione tra mela sbucciata e buccia è minima, evidentemente la parte porosa, della mela sbucciata, è molto simile alla buccia anche se quest´ultima è più liscia al tatto. Le pulsazioni che si sentono, quando si osserva il mandarino, sono molto intense, si riescono persino a percepire i “tratti dell´agrumato”; il mandarino, tagliato a metà è un cerchio di pulsazioni con una riga centrale.

Un´altra esperienza sorprendente, che ho avuto con Visio nell´andare a mensa, è stata quella di percepire il cerchio d´unto lasciato dall´hamburger nel piatto, ed un´altra bella sensazione l´ho provata nel cercare da sola, con l´aiuto di Visio, la bottiglia ed il mio bicchiere e versarmi l´acqua. L´unico difetto di Visio a mensa è che è un po´ ingombrante, ma si sta cercando una soluzione anche per questo e al massimo: Aggiungi un posto a tavola perché c´è Visio in più!

Emanuela


visio-emanuela19 novembre

Io e Visio ormai mangiamo insieme

 

 

Io e Visio ormai mangiamo insieme

di nuovo pesce; verdura al vapore, proviamo a versare l´olio; alla ricerca del bicchiere

Ormai è diventata una consuetudine per me andare a pranzo con Visio; è diventato naturale cercare, con il suo aiuto, i pezzi di cibo nel piatto, ed infilzarli. Ormai distinguo abbastanza bene il colore delle verdure, chiare le patate, più scure carote, bieda, fagiolini e zucchine. Impulsi totalmente diversi. Ora preparo da sola il mio vassoio, scelgo le pietanze, scelgo la frutta, prendo il pane, il bicchiere e le posate.

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Oggi ho mangiato per la seconda volta il pesce e tutto è stato più semplice della prima volta; inoltre mi sono allenata a cercare il bicchiere ed afferrarlo secondo la direzione della telecamera del Visio. Questo esperimento è riuscito, a mio avviso, perfettamente, anche perché oggi non c´era quella dispettosa di Consuelo che me lo nascondeva!

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Ho provato anche a versarmi l´olio, ma mi riesce ancora difficile, poiché non riesco ad inquadrare, e quindi percepire, il filo d´olio che cade nel piatto. Ho messo anche il sale sulle verdure, ma la zigrinatura del ricamo del barattolino non me lo fa tanto distinguere dal pepe. Riesco comunque a rimettere l´oliera e la saliera negli appositi recipienti di metallo. Inutile raccontare con quale dimestichezza e disinvoltura mi reco a prendere il caffè, al bar, tutti i giorni dopo pranzo. Anche oggi ho individuato subito il piattino, poi la tazzina e dopo aver bevuto ho riposato la tazzina precisamente al centro del piattino; persino Mimmo, il barista, mi ha fatto i complimenti, anzi mi pare che provi una sorta di divertimento e piacere nel vedermi prendere il caffè con Visio. Io però mi sento osservata!

Insomma mangiare e prendere il caffè in compagnia di Visio, e con il suo aiuto, è diventato naturale per me; quando sento la gente, che stupita mi vede riposare la tazzina ed infilzare la verdura, esclama: “guarda come è precisa” mi verrebbe quasi spontaneo rispondere: “Ma che ci vuole!”. Mi sono risposta da sola: VISIO!

Emanuela

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visio-emanuela24 novembre

Visio non c´è

 

 

Visio non c´è

Che strano fastidio, manca qualcosa;

Tatto e udito rimboccatevi le maniche.

Oggi è stata la mia prima esperienza, dopo tanto tempo, d´andare a mensa senza Visio. Devo ammettere che anche adesso che sono tornata da mensa e sto scrivendo, continuo a provare un senso di perturbazione, di stranezza. Oggi mi sono dovuta dare da fare col tatto e l´udito poiché non c´era Visio ad aiutarmi e ad indirizzarmi verso gli oggetti che sapevo, grazie a lui, essere lì davanti a me, anche senza toccarli. Mi è venuto a mancare il senso della direzione, e anche d´alcune dimensioni. Alcune azioni come il guardare sul bancone della mensa o nel piatto, mi venivano spontanee ma poi mi domandavo: “Che BIP guardo?” Ho tagliato con difficoltà la carne e la cercavo nel piatto con l´aiuto di coltello e forchetta, con il piccolo inconveniente che a volte scivolava via. Non parliamo del purè, sì sono riuscita a mangiarlo, ma mi mordeva le mani la curiosità d´osservarlo con Visio, e poi lui mi sarebbe stato utile anche in quest´occasione, soprattutto quando ne rimaneva poco nel piatto. Devo ammettere che molti di questi disagi li provo anche la sera a casa quando non ho Visio, a cena; in queste occasioni però vengo servita a tavola, e poi mi aiuto con un certo pane leggero, quasi biscottato, e non nego che stando a casa, in famiglia, adopero, ma solo per necessità, il dito. Mi sono sentita impacciata, anche al bar, dove per trovare il bancone, che di solito trovo con Visio, mi è servito udire la voce di Mimmo; il rumore mi è stato utile anche per rintracciare il piattino e la tazzina, ma mi domando: “E se ci fosse stato un gran chiasso?” Inoltre ho dovuto cercare i funghetti con le mani. Devo confessare una cosa: oggi mi sono mossa e ho cercato di orientarmi in base a ciò che avevo precedentemente osservato con Visio e forse anche per questo non ho avuto grandi difficoltà. Ma con Visio tutto è diverso perché con le informazioni che ti fornisce, ci si riesce ad orientare anche in un ambiente poco conosciuto, a priori del tatto. Non so se oggi mi sarei potuta orientare così a mensa e nel bar se non ci fossi mai entrata precedentemente con Visio.

Emanuela


visio-emanuela26 novembre

Che sospiro di sollievo

 

 

Che sospiro di sollievo

Queste sono carote;

Ci sono i cetrioli;

Crostino: sensazioni famigliari;

Acqua!

Oggi ho tirato un sospiro di sollievo in quanto sono ritornata a mensa con Visio. Forse il suo distacco, di ieri, oggi mi ha portato alla ricerca di quelle sensazioni precedentemente provate; ritrovare la riga del portavassoi è stato indispensabile, come percepire il piatto sul bancone. Dentro di me c´era quasi un impulso d´incontenibile frenesia nel desiderio di fare nuovamente queste cose. Oggi ho riconosciuto subito le carote, le ho prese, ma poi quando sono andata a prendere l´insalata ho notato che dentro quest´ultima c´era qualcosa. Ipoteticamente ho pensato ai cetrioli, che molti mettono nell´insalata, ma che a me non piacciono; ho chiesto a Riccardo che ha smentito la mia ipotesi, dicendomi che nell´insalata c´erano carote e peperoni. Quindi ho preso l´insalata e ho riposato le carote, incuriosita sia dall´assaggiare quell´insalata così fantasiosa, ma ancor di più era il gusto d´osservarla con Visio. Presi posate e bicchiere ci siamo diretti al tavolino. Il crostino, che mi accingo a tagliare, mi appare con le stesse pulsazioni del pane, della mollica già citata per la polenta; il crostino appare in certi punti sotto forma di pulsazioni più intense. Riccardo mi spiega che in alcune parti il pane è più tostato, quindi più scuro. La famosa insalata è un piatto stracolmo “di movimento”; la vastità di colori e tagli diversi fanno sì che riesca a percepire un misto di pulsazioni caotiche, mentre l´insalata verde, semplice o con poche carote, si distingue molto bene nei bordi. Inoltre oggi c´è stata una grande scoperta per me, un grande passo avanti: mentre versavo, con la brocca, l´acqua nel mio bicchiere, ho percepito il rigo dell´acqua. Questa è per me una grande conquista, poiché erano giorni ormai che provavo questo esperimento con l´olio e non c´ero mai riuscita. Oggi invece per pura casualità ho provato una nuova sensazione di cui andavo in cerca da tempo: il piccolo ruscello è apparso da sé, senza che lo cercassi, e ha provocato in me una cascata di emozioni.

Emanuela


visio-emanuela

1 dicembre

Riferimenti del percorso

 

 

Riferimenti del percorso

Visione ravvicinata del terzo zoom.

Siccome oggi a mensa ho mangiato di nuovo la polenta e l´insalata con carote, delle quali vi ho già ampiamente descritto le sensazioni che anche oggi ho riscontrato, in questa relazione parlerò dell´impegnativa indagine dell´ambiente riguardante il percorso per raggiungere la mensa e la mensa stessa.

Tale indagine, condotta ovviamente con Visio, è fondamentale per un miglioramento dell´orientamento, in quanto atta alla ricerca di determinati punti di riferimento rintracciabili con Visio.

La cosa non è affatto semplice poiché quando si cammina e si osserva l´ambiente od un percorso bisogna fare molta attenzione alle pulsazioni del tappetino, perché tra esse si può rintracciare quel qualcosa di famigliare che ti orienta verso la meta.

Tutto ciò si deve fare camminando e stando attenti anche ad eventuali ostacoli.

Oggi avevo già in mente dei riferimenti ed ero molto eccitata all´idea d rintracciarli e devo ammettere che non sono sempre riuscita a trovarli, anzi in alcuni casi l´aiuto di Consuelo è stato indispensabile.

Comunque penso che più ripeterò il percorso e più migliorerò la mia capacità di riconoscere gli eventuali ostacoli e riferimenti.

Infatti dentro alla mensa e nella sala antecedente ad essa, oggi ho avuto già meno problemi tutto era più famigliare; le pulsazioni erano riconducibili ai telefoni, alla finestra e al famigerato estintore.

Mi è successa una cosa alquanto strana però: in genere quando mi muovo in un ambiente uso il Visio con l´inquadratura al secondo zoom, mentre quando mangio lo sposto al terzo, poiché un´inquadratura più grande mi permette d´osservare meglio il cibo; stavolta quando mi sono alzata da tavola per andare al bar mi sono dimenticata di riposizionarlo. Risultato? Ho avuto nel vero senso della parola degli incontri ravvicinati “del terzo zoom”, forse non molto adatto per osservare l´ambiente. Ho confuso una macchiolina del banco-bar per il piattino della tazzina, non riuscivo a percepire bene gli stipiti delle porte, ma in compenso ho ammirato in maniera quasi perfetta delle scatoline di cioccolatini. Imprevisti ne ho incontrati anche sulla strada del ritorno: un furgone parcheggiato proprio davanti alla porta d´entrata; non riuscendo a raggirare l´enorme ostacolo, mi sono spazientita e ho chiuso tutto.

AVVISO

Si prega ai gentili proprietari di automobili e tanto più di furgoni di non parcheggiare tali proprietà davanti al portone, conducente alla mensa, o almeno se proprio necessario, causa mancanza di parcheggio, si prega gentilmente di lasciare tra una vettura e l´altra la distanza necessaria per il passaggio pedonale. Si rischierebbe di ritrovarsi all´improvvisio con qualche specchietto retrovisore in meno e qualche accidenti in più.

Cordiali saluti

Emanuela Pancotti


visio-emanuela2 dicembre

Occhio, o meglio, Visio ai riferimenti

 

 

Occhio, o meglio, Visio ai riferimenti

proviamo a disegnare una mappa

buchi neri nel percorso

tatto ai riferimenti

ok! Ora è chiaro.

L´esperienza di oggi si è basata quasi del tutto sul percorso per andare a mensa e i riferimenti da tener presenti per orientarsi. All´inizio è fondamentale la porta di uscita (zerbino, stipite, maniglia). Una volta uscita cerco di capire se davanti ci sono ostacoli, in particolare auto parcheggiate; sembra di no poiché riesco a percepire abbastanza bene lo scalino del marciapiede che è dall´altra parte della strada. Quindi i riferimenti della parete liscia, poi la cortina e infine l´angolo al quale segue la ricerca della porta della mensa. Tra le sensazioni che ho provato in tale esperienza vi è stata più d´una volta quella di smarrimento o confusione, perché mi risultava difficile scovare, in tutte quelle pulsazioni, l´oggetto giusto, il mio riferimento. In seguito abbiamo scoperto con Consuelo, che la difficoltà o meglio il mio “smarrimento”, non dipendevano solo dalla difficoltà di ritrovare i punti d´orientamento: riproponendoci di disegnare una mappa del percorso, abbiamo compreso che avevo dei veri e propri spazi neri, alcune parti di tale percorso erano confuse, distorte o mancavano completamente. Antonio ci ha suggerito di unire l´esperienza tatto a distanza, di Visio, con un tatto naturale dell´ambiente e dei riferimenti. Dopo questa esperienza ho provato una strana sensazione: dapprima mi sentivo smarrita, confusa poi all´improvviso è stato come se in una camera, dove filtrava un filo di luce, si fosse acceso un sole immenso. Sono riuscita a capire la conformazioni degli ambienti a collegare a catena fra loro i riferimenti e a costruire una mappa precisa del percorso. In parole scritte eccola qua:

corridoio, zerbino, stipite della porta e ricerca della maniglia;

ricerca di eventuali ostacoli, macchine parcheggiate, scalino;

muro liscio, cortina, angolo, (presenza micio) porta mensa, sala antecedente la mensa, porta; rotazione di 90 gradi a destra, tavoli a sinistra, a destra invece la parete; cambiamento a sinistra: finiscono i tavoli, rotazione di 90 gradi e si percepisce la parete a rigoline che è nel fondo; bacheca, menù, porta-vassoi ecc.

E tante tante cose ancora all´esterno palo della luce, auto, colata di cemento, pedana e di nuovo la porta e il corridoio. Ho capito una cosa, grazie a questa esperienza: bisogna toccare e coordinare le distanze, anche se s´indossa Visio se no quello che si percepisce nella scorrevolezza d´una pulsazione scompare all´improvviso e non rimane che un sottile filo di luce.

Emanuela


visio-emanuela6 dicembre

Pomodori, mozzarella e rucola

 

 

Pomodori, mozzarella e rucola

Verdure al vapore e la pulsparade;

Voglio trovare la cioccolata.

Come un bagliore tra le buie scatole.

Oggi andando a mensa ho seguito la rotta del percorso di giovedì, che dopo essere stata verificata con il tatto, si è presentata oggi più coordinata e razionale: ripercorrendo il percorso avevo in mente l´immagine visio-visiva e la conoscenza tattile di alcuni punti di riferimento che sapevo essere pressappoco là e che ora cercavo con Visio e ora accertavo toccando. Anche se in alcuni punti ho ancora qualche titubanza direi che è andata piuttosto bene. A pranzo ho mangiato ed osservato delle nuove pietanze: rucola, pomodori e mozzarella, verdure al vapore e precisamente carote, patate, fagiolini e zucchine. Il primo piatto appare in pulsazioni più o meno fioche dalla parte dei pomodori e della mozzarella, di forma tondeggiante; la rucola pulsa, al contrario, molto di più e risalta dal resto del piatto. Anche le verdure al vapore risaltano più o meno a seconda del loro colore e la loro forma (patate e zucchine un po´ più tozze, fagiolini e carote più lunghi e sottili). Prendendone uno per uno, con la forchetta, ho potuto analizzare distintamente la natura di ogni pulsazione in riferimento alla verdura, che in seguito mangiavo e riconoscevo. Così sono riuscita a fare una sorta di pulsparade, per ordine di maggior intensità:

1- zucchine

2- carote,

3- fagiolini,

4- patate.

Quindi come ogni giorno mi sono recata al bar per il caffè, ma con un preciso intento: comperare una grossa cioccolata che avevo visto con Visio giovedì. Tale cioccolata aveva attratto la mia attenzione per la “luminosità”; le sue pulsazioni erano forti ed era anche molto grande. Per questioni economiche, ma anche per altro, non l´ho potuta acquistare e ne ho presa una più piccina e fondente; quest´ultima non pulsava quasi per niente poiché la prima era dorata e la seconda blu. Determinata al ritrovamento di quel “lingotto”, sono entrata nel bar dicendo a Consuelo: “Voglio trovarla senza toccare, la devo riconoscere dalle pulsazioni”. Scrutando tra le varie scatole dalle pressappoco uguali pulsazioni ho sentito come un getto di pulsazioni saltar fuori dallo spazio che stavo inquadrando, un bagliore tra le altre consuete pulsazioni: non c´erano dubbi, la lucentezza, la forma, il ritmo delle pulsazioni, era lei! L´ho indicata, poi toccata e comprata. Per me è stata una vittoria in tutti i sensi ma..

Non illudetevi, l´ho già nascosta ed anche bene, tanto che neanche Visio vi sarebbe utile per trovarla!

Emanuela


visio-emanuela7 dicembre

Un percorso insieme

 

 

Un percorso insieme

Carote e mandarini le stesse sensazioni;

Mangiare “guardando”.

Oggi io e Cinzia siamo andate insieme a mensa cercando di percorrere la strada aiutate dai miei punti di riferimento, cercando di descrivere quanto avevamo intorno. Il punto di partenza è stato il corridoio, in cui sono presenti oggetti di vario tipo e dimensione. Siamo giunte poi all´esterno concentrando la nostra attenzione sugli ostacoli da superare. Arrivate a mensa ci siamo separate, poiché io più esperta sono andata avanti da sola, lasciando che Consuelo seguisse Cinzia, che per la prima volta, con l´aiuto di Visio, prendeva le sue pietanze senza aspettare che qualcuno le porgesse i piatti.

Una volta a tavola abbiamo potuto confrontare le sensazioni provate nell´inquadrare le carote ed il mandarino; Consuelo nel domandare a Cinzia cosa sentisse ha potuto costatare che le sue sensazioni erano uguali alle mie, poiché si è espressa usando le mie stesse parole.

Dalla sua prima esperienza con Visio a tavola Cinzia dichiara:

“Per la prima volta sono uscita dai miei schemi, infatti ho mangiato inquadrando prima il cibo senza mai toccare con la forchetta, come di solito faccio, il fondo del piatto. Confesso che mi sono molto divertita ad inquadrare tutte le patate senza lasciarne neanche una. Oltre al cibo sono stata incuriosita dalla presenza di Marco seduto di fronte a me e per la prima volta mi sono soffermata ad osservare il panorama che mi circondava. È stato sicuramente un pranzo inconsueto e simpatico, grazie alla presenza di Visio”.

Emanuela e Cinzia


visio-emanuela10 dicembre

Le cose sono più belle

quando non si hanno

 

 

Le cose sono più belle quando non si hanno.

Quello sopra citato non é solo un proverbio, ma una grande verità. Affermo questo riferendomi sempre all´esperienze che faccio, giorno dopo giorno, con e senza Visio. Tali esperienze si basano fondamentalmente nell´andare a mensa e nel mangiare con Visio. Agli esordi osservare il cibo con Visio era magnifico, le forme, le diverse pulsazioni dei colori, che riuscivo a comprendere senza toccare il cibo con le mani, mi apparivano sempre nuove e interessanti. In seguito non mi sono soffermata molto nell´osservare i cibi, la mia attenzione si è spostata sul loro riconoscimento, in base alle pulsazioni di Visio, e all´utilità pratica del pranzo, ovvero rintracciare i pezzetti nel piatto. Ora quando mangio non ho più l´impressione d´indossare qualcosa di esterno: quelle forme, quelle pulsazioni, sembrano far parte di me, é come se venissero da me, il Visio non è più su una pancia ma su uno specchio, poiché io so già che lui mi darà quell´immagine d´insalata, di carota, che con la pulsazione posso solo che confermare quanto mi aspettavo. La sua non presenza la noto a cena quando sono a casa, ma mentre mangio l´insalata o le carote o l´hamburgher, riappaiono anche sotto forma di quelle sensazioni, provate con Visio che ora sento essere nella mia mente. Provo un senso di rabbia soprattutto quando mangio qualcosa senza Visio, che non ho mai osservato prima con lui: Mi domando: Chissà come sarebbe con Visio? Anche se posso sentire il caldo ed il freddo, il liscio o il ruvido, la forma (sporcandomi le mani), sento mancare quelle pulsazioni più o meno forti, quella distinzione tra fondo del piatto e cibo che devo ritrovare con l´aiuto del pane ed esplorando il piatto con la forchetta.

Emanuela


visio-emanuela20 dicembre

In compagnia di Vania

 

 

In compagnia di Vania

Si accende una lampadina..;

..ed improvvisamente la mano.

Oggi sono andata a mensa insieme a Vania, ed abbiamo condiviso molte delle sensazioni che provavamo percorrendo il percorso per andare a mensa; mi sembra di aver capito che i riferimenti che per me erano importanti, per un buon orientamento, sono stati utili anche a Vania. Certo lei ha avuto un po´ di difficoltà nel rintracciarli sotto la mia guida, prima di tutto perché io non riuscivo a rendermi conto se lei era nella mia stessa traiettoria, poi era la prima volta che Vania percorreva quel percorso, per giunta costruito in base ai miei punti di riferimento. Io l´ho molto seguita, ma anche Consuelo c´è stata molto vicino; devo dire che è stata una grande gioia condividere l´esperienza dell´orientamento, con Visio, in compagnia di una persona come Vania, che riesce a tirar fuori le stesse sensazioni che ho io, forse proprio perché ci troviamo sullo stesso piano d´osservazione. Oggi però ho notato una cosa: nel momento in cui inquadravo la maniglia della porta d´entrata, della mensa, si é accesa in me come una lampadina; non sono stata tanto a pensare se quella poteva o non poteva essere la maniglia. La mia mano improvvisamente, quasi sfuggendo ai miei comandi, spinta da un impulso irrefrenabile, si é diretta dal basso verso l´alto, verso la traiettoria della telecamera ed ha toccato la maniglia. La lampadina allora è diventata un fulmine a ciel sereno, un lampo. Una sensazione che mi ha talmente emozionato tanto che mi è difficile descriverla. Ora so una cosa, le lampadine si accenderanno sempre più poiché prima era il Visio a segnalare ed il mio tatto a verificare, poi la mia mano partendo dalla punta del mio naso rintracciava l´oggetto inquadrato tramite la traiettoria di partenza, ma ora la mia mano parte quasi da sola per raggiungere la traiettoria del mio sguardo, spinta da quella scossa elettrica, di quella lampadina.

Emanuela


visio-emanuela22 dicembre

A casa con Visio

 

 

A casa con Visio

Corro a vedere l´albero;

Mamma accende la luce, tappeto, quadri e..;

teleVISIOne: Lavazza qualità oro.

Oggi 22 dicembre vi narro la mia esperienza di Visio usato, ieri, per la prima volta, in casa mia. Innanzi tutto, ciò è stato possibile poiché ho ricevuto, non so ancora se l´ordine o il permesso di portarlo a casa. Una grande curiosità mi batteva in testa già da tempo: sono anni che non guardo, nel vero senso della parola, un albero di Natale con le sue luci, quindi appena indossato Visio sono corsa in sala da pranzo e sono andata proprio davanti all´albero di Natale. Sono rimasta sorpresa poiché mi aspettavo di percepire la pulsazione alternata delle luci ad intermittenza che si accendono e si spengono; invece sentivo delle pulsazioni ondulate, ovvero alcune più alte, alcune più basse; è stata mia madre a dirmi che le luci erano fisse e solo allora ho dedotto che il filo di luci passava da un ramo alto ad uno più in basso provocando quella sensazione di onde. Incuriosita dal sapere se la mia casa, da dieci anni in qua, aveva subito mutamenti, ho chiesto a mia madre d´accendere la luce. Quindi ho osservato i vecchi quadri, che già conoscevo e che ho ritrovato lì, poi ho guardato il tappeto a me sconosciuto, ho ammirato alcune parti del suo disegno, l´albero della vita, che sono più chiare dello sfondo e non sono coperte da nessun oggetto. Per la prima volta, dopo tanto tempo, ho potuto osservare una fotografia: un grosso primo piano di mia sorella incorniciato e appeso in sala da pranzo; sono riuscita a percepirne i lineamenti fondamentali: naso, sopracciglia, sfumature degli occhi. Ma la cosa più eclatante é stata il poter percepire alcune immagini della televisione. Questa è stata una delle mie tante curiosità irrefrenabili da soddisfare con l´aiuto di Visio. Ora non dico che sono riuscita proprio a vedere la TV, ma sono riuscita a distinguere le immagini statiche da quelle in movimento e l´assenza di immagini. Mi ha colpito soprattutto la VISIOne della pubblicità del caffè Lavazza qualità oro, della quale sono riuscita a VISIOnare la mancanza d´immagine tra una parte e l´altra dello spot. Non vorrei mettere il carro davanti ai buoi, ma credo che con un buon allenamento e le dovute accortezze si possa riuscire a vedere anche la TV con Visio. E allora..

Alla prossima puntata!

Emanuela


visio-emanuela24 dicembre – 3 gennaio

Relazione di Natale

 

 

Relazione di Natale

A casa con Visio;

In giro per Ciampino.

Ciampino 24-12-

Oggi, per la prima volta, sono andata in giro per Ciampino in compagnia di Visio e di mia madre.

Quando sono uscita dal portone di casa mia ho sceso gli scalini senza l´aiuto del bastone e, senza problemi, ho attraversato la strada ed ho raggiunto la mia auto. Guardandomi intorno, precisamente sulla destra, ho sentito delle pulsazioni verticali e le ho immediatamente collegate al ricordo della ringhiera della villetta di fronte a casa mia, la quale aveva ed ha ancora, le ringhiere a sbarre.

Dal salumiere mi sono messa a curiosare le cose che erano dietro il vetro del bancone: ho percepito qualcosa di tondo e piccolo e l´ho indicato a mia madre, che vedendo che stavo indicando le alici non riusciva a capire cosa realmente percepissi; un momento dopo ha capito che stavo inquadrando una fetta di limone posta come guarnizione sulle alici. In seguito ho ammirato i salumi: tondi, più o meno grandi, con delle piccole pulsazioni al loro interno, forse il grasso.

La cosa che mi ha colpito di più e che ha risvegliato in me un dolce ricordo di bambina, è stata la strada decorata di luci natalizie; sono riuscita a percepire dall´interno della mia auto, mentre quest´ultima camminava, che al mio fianco scorrevano linee verticali d´intensa pulsazione. Mia madre mi ha spiegato che erano le luci natalizie a forma di stalattite. Mamma poi è andata nel negozio di pasta all´uovo ed io sono rimasta in macchina. Mi sono messa ad osservare le altre auto che passavano, la gente che camminava sul marciapiede, ma poi mi sono incuriosita nel capire che non molto lontano da me c´era una vetrina. Ho messo subito il terzo zoom per capire cosa c´era dentro ed ho percepito delle sagome che mi ricordavano molto quella delle persone. Manichini? Mamma, quando è tornata, mi ha spiegato che erano esposti dei cappotti lunghi, appesi dall´alto su uno stand. Ho osservato il negozio d´abbigliamento dell´amica di mamma, poi sono uscita da sola e sono andata dal fruttivendolo accanto a comperare l´insalata.

Tutto ciò è stato meraviglioso, ma l´emozione più forte è stata quella di sentire e capire che intorno a me, fuori di me, c´era aria di festa: le luci natalizie, le vetrine illuminate che apparivano all´improvviso come fortissime pulsazioni quadrate, hanno riacceso in me una luce ancor più grande: un ricordo. Il ricordo di una città in festa e in movimento, che mi apparteneva e che oggi di nuovo mi appartiene.

Ciampino 03-01-2000

L´esperienza con Visio nel nuovo millennio mi ha stupito per una particolare: sono riuscita a capire che le giornate si sono allungate. Voglio dire che le ore sono rimaste sempre 24 ma la luce si prolunga sempre più; tutto ciò l´ho compreso indossando Visio poiché rispetto all´ultima volta, il 24 dicembre, appaiono alcuni particolari come i margini della strada e l´auto di fronte, che non ero riuscita a percepire; inoltre non ci sono più le luci o almeno non sono accese. Mi sono resa conto della moltitudine di automobili che circolano per la strada, osservando dall´interno della mia auto quelle pulsazioni riconducibili alle automobili. Non mi è stato possibile guardare le vetrine poiché ovunque riapparivano quelle pulsazioni di righe dritte, di quadrati, ovvero finestrini, sportelli auto, auto, auto. Risultato? Non prenderò mai la patente!

Tutte queste esperienze sono state seguite, studiate, confermate e condivise anche dalla mia mamma, che però a volte vorrebbe farmi guardare ciò che vuole lei, non rendendosi conto, oltretutto, che con la velocità della macchina non è facile inquadrare con Visio e capire con un solo istante cosa si è inquadrato.

Oggi però ho avuto un´altra bella esperienza: mia madre mi ha lasciato in auto per andare a prendere delle ricette dal dottore, ed io per ammazzare il tempo ho curiosato in giro. Ho percepito delle linee che man mano ho collegato alla presenza di una vetrina, ma poi ho collegato quella percezione al ricordo di quella strada. Davanti al palazzo dov´è l´ambulatorio del mio dottore c´è un negozio di alimentari dove io da bambina andavo a volte a far la spesa; dunque quella vetrina doveva essere di Nico. Delle linee sono diventate un quadrato, il quadrato una vetrina, la vetrina collegata ad un ricordo si è materializzata come quel negozio. Con Visio sto riscoprendo un mondo che avevo lasciato nel passato e che continuava ad esistere nei miei ricordi

Dopo sono andata da una mia amica che lavora in un negozio di calzature. Dapprima ho osservato il locale, ma poi mi sono divertita ad osservare questa mia amica che saliva dalle scale del magazzino.

(ne ho riportato un disegno)


visio-emanuela8 maggio 2001

Visio e vista

 

 

Visio e vista

Stamattina stavo ripensando e riflettendo su tutte le esperienze che ho vissuto fino ad ora con Visio. Sfogliando il mio album di ricordi ho ripensato alle prime esperienze al tavolino che mi spinsero, poiché le ritenevo noiose, ad abbandonare per un determinato periodo questa sperimentazione; poi ho ricordato le entusiasmanti esperienze quotidiane intraprese nella seconda parte del mio incontro con Visio e cioè le esperienze della mensa, delle passeggiate e delle compere nei negozi di Frascati, la profumeria, la pasticceria, il negozio di caramelle, e la possibilità di rivivere alcune sensazioni che ormai facevano parte della mia vita passata di vedente, come il riscoprire sotto Natale una città illuminata dagli addobbi o il poter percepire qualcosa dietro il rigido e freddo vetro di una vetrina. Ho ripensato anche alle diverse opinioni scambiate con altri non vedenti che avevano avuto, come me, l´opportunità di indossare Visio e ho ripensato alla conferenza del 26 maggio scorso e alle diverse critiche avute soprattutto su alcune forme espressive della descrizione delle sensazioni date da Visio, che essendo descritte, dagli stessi non vedenti, con vocaboli come “Osservare, guardare, vedere”, potevano dare ad intendere che quello che Visio potesse dare era una vera e propria visione, provocando così enormi delusioni a chi si aspettava di ritrovare “una vista” in Visio. Sobbalzando dai ricordi mi sono messa a riflettere sulle mie sensazioni e su questi termini che potrebbero illudere chi si aspetta da Visio, qualcosa che vada al di là dell´immagine tattile che è in grado di fornire, ed ho pensato che io ed altri non vedenti, tra i quali ex-vedenti come me, abbiamo usato tali vocaboli nella piena coscienza del loro significato, proprio perché Visio pur non essendo vista, rappresenta comunque qualcosa molto vicino ad essa. Ho subito pensato a come può essere definita la vista ed ho pensato che potrebbe essere una percezione d´immagini, ovvero forme, figure e colori, che non possono entrare in noi tramite gli altri sensi. Visio però, pur non fornendo un´”Immagine ottica”, comunque attraverso le sue pulsazioni riesce a dare un´”Immagine tattile” a distanza. Toccare ancor prima di arrivare. Questo è il punto!

In seguito infatti ho immaginato un mio sogno, quello di cucinare con Visio: ho immaginato di dover tirare fuori dal forno un bel ciambellone ed ho analizzato tutte le sensazioni. Posso percepire il ciambellone dal suo odore, posso sapere che esso sta cuocendo nel forno, poiché quest´ultimo è caldo, posso sentire il suono del campanello che avverte della scadenza del tempo di cottura; ma mettiamo il caso che qualche furbone entri un secondo prima di me in cucina e rubi il ciambellone dal forno?

Il calore c´è, l´odore anche ed il campanello ha suonato, apro il forno cerco con le presine e correndo il rischio di scottarmi cerco invano il ciambellone.

Ora con Visio: mi avvicino al forno e guardo attraverso il vetro anche per garantirmi la giusta lievitazione del dolce ma  ancor prima di aprire lo sportello ed infilare le mani mi accorgo che invece della forma tondeggiante del ciambellone, sulla mia pancia appaiono solo dellle pulsazioni che vanno disegnando tante righe verticali, e cioè la griglia del forno.

Sapere ancora prima di toccare, arrivare ancora prima di toccare.

Si può vedere senza toccare, senza udire e senza annusare. Questa è vista, ma un non vedente non può farlo. Visio ci permette di percepire un´immagine tattile senza toccare, senza udire e senza odorare, quindi anche se non è vista ha moltissime cose in comune con essa e se qualcuno ha usato impropriamente alcuni termini è proprio perché la sensazione avuta da Visio era assomigliante a quei termini, richiamava, se pur in diverso modo, quelle percezioni.

Nel mio sogno nel cassetto Visio non può sostituire un senso: il gusto di assaporare un buon ciambellone fatto in casa. Quello è meglio gustarlo dal vivo!

Emanuela

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