22 giugno
Il 22/06/99 sono arrivata a Frascati per intraprendere la sperimentazione del “Visio” con molta curiosità e poche aspettative.
Ho conosciuto subito quasi tutto lo staff: Antonio, Armando e gli altri con impressione immediatamente favorevole. Antonio mi ha spiegato il concetto base di tutto il progetto che mi é stato subito facile recepire, in quanto corrisponde ai miei principi filosofici. È iniziato così il “laboratorio Clara”.
mattino 23 giugno
Il 23 giugno mattina ho preso direttamente contatto con la parte fisica del progetto, ovvero l´apparecchio Visio. Al primo impatto ho conosciuto il fastidio dell´imbracatura al quale non ero preparata; ero però talmente tesa a quello che Giuseppe e Consuelo mi dicevano di fare, che tutto passava in secondo piano.
Appena il tappetino ha trovato la sua giusta posizione sulla mia pancia, siamo partiti ed io immediatamente ho realizzato che un oggetto piccolo di forma particolarmente semplice veniva spostato da sinistra a destra e viceversa. Sentivo questi impulsi molto netti, ma, essendo stata avvertita che l´approccio non sarebbe stato immediato, non riuscivo a capacitarmi se la sensazione che stavo provando era reale o se fosse solo suggestione. Abbiamo cominciato l´esperimento della ricerca di una pallina sul tavolo; mi è riuscito abbastanza velocemente, ho sentito la forma rotonda e pur sapendo che la telecamera ne inquadrava una piccola parte, mi rendevo conto che la mia mente ne percepiva l´intero.
Ho cominciato a muovere meglio la testa (cosa che mi é risultata più difficoltosa) ed ho trovato accanto alla pallina un altro oggetto che ho riconosciuto più grande, più alto e rettangolare, a quel punto siamo andati avanti sempre con l´esperimento della pallina ed ho continuato a percepirla intera.
Muovendo poi la testa ho esplorato altre piccole porzioni del tavolo davanti al quale mi stavo esercitando ed ho trovato un oggetto in movimento: il dito di Consuelo.
In quel momento l´emozione mi ha sopraffatto e mi ha sorpreso sentire i miei sperimentatori altrettanto emozionati non avrei voluto smettere ma, ero arrivato il momento della pausa.
pomeriggio del 23 giugno.
Esplorazione degli oggetti personali.
Mi era stato chiesto di portare alcuni oggetti personali e mi era stata lasciata ampia facoltà di scelta con l´unica richiesta specifica di portare delle pentole di uso quotidiano.
Ho ottemperato a questa richiesta, mentre per gli altri oggetti ho scelto d´impulso portando con me: una penna biro, un blocco notes, un portaritratti con fotografia, un attrezzo per esercizi fisici e una tazza.
Il lavoro consisteva nel vedere attraverso Visio gli oggetti manipolandoli per studiarli e riconoscerne piano piano la forma per mezzo del tappetino.
Anche questo tipo di esperienza mi ha trasmesso la totalità dell´oggetto che di volta in volta toccavo ma il rapporto oggetto-Visio era immediato.
La transcodificazione dell´immagine in sensazioni tattili arrivava al mio cervello in maniera semplice, come quando, imparando una lingua straniera, ci ritroviamo a pensare direttamente in quella lingua.
Abbiamo lavorato un paio di ore e solo dopo aver terminato, mi sono resa conto della stanchezza provocata dal lavoro stesso.
Alla fine del primo giorno di sperimentazione le prospettive di utilizzazione del Visio che mi si sono aperte davanti, pur con tutte le sue complicazioni di ordine tecnico, mi sono apparse grandiose e la voglia di continuare l´esperimento era forte.
24 giugno
A questo punto il laboratorio Clara continuava con il riconoscimento degli oggetti personali attraverso Visio, senza però toccarli.
Il primo oggetto che mi é stato posto davanti e che ho subito riconosciuto, é stata la penna, poi via via gli altri che ho riconosciuto, a volte con maggiore difficoltà.
Poi le pentole e la penna che ho avuto più volte davanti, le ho sempre riconosciute con facilità così come il blocco.
Sono riuscita a sentire, pazientemente, il fondo di un tegamino di acciaio ben distinto dal resto.
Poi mi sono trovata in difficoltà con un oggetto, l´unico che mi ha creato una forte confusione: la tazza, che non ho mai percepito appieno, ho visto benissimo il coperchio del tegame con la sua bombatura ed il suo piccolo pannello metallico che sovrastava, ho inoltre rilevato che il riconoscimento della penna era non solo semplice ma istintivo; vedendo la penna con il Visio, e solo con la penna, ho sentito rompersi il muro della cecità ed ho ritrovato la presenza di un oggetto tra i più significativi della mia vita di vedente.
A questo punto ero pronta per la fase finale della sperimentazione, cioè uscire con il Visio indossato ed andare direttamente nell´ufficio del gruppo ad esplorare le scale.
Arrivata alla palazzina però, Antonio ha deciso diversamente, mi ha chiamato e mi ha detto che mi avrebbe messa davanti allo specchio. Ero completamente frastornata ma disposta a seguire le indicazioni di tutto il gruppo che mi stava vicino e al quale mi ero affidata.
Lo specchio era grande, figura intera, dapprima ne ho toccato i contorni poi gli stessi contorni li ho cercati con il Visio rimandando inconsciamente il momento di guardarmi allo specchio.
Lentamente ho iniziato a muovere la testa seguendo i contorni del mio volto e improvvisamente ho visto la mia fronte percependo la fossetta sul lato destro lasciatomi dall´intervento, la linea del naso e il contorno della bocca.
A quel punto non sono più stata capace di proseguire, l´emozione mi ha sopraffatta e ho cominciato a piangere buttandomi tra le braccia di Antonio che era pronto a ricevermi. Forse dovrei dire altre cose sull´esperimento e magari potrò farlo rispondendo a domande più precise.
Caro Antonio Armando e tutti dovendo, come ben sapete, riscrivere questa relazione dopo tre mesi, forse non sono stata così precisa come credo di esserlo stata nella precedente. Se ci saranno cose da aggiungere, lo faremo insieme perché spero di venire quanto prima.
Mentre buttavo giù queste poche frasi ho rivissuto con grande intensità lo sconvolgimento emotivo che ho provato in quei due giorni e nuovamente vi ringrazio tutti per il lavoro che state svolgendo per tanti che, come me vogliono percepire tangibilmente la realtà che li circonda.
Grazie a presto.
Clara
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